Pompeo junior Compagnoni Floriani nacque a Macerata l’11 marzo 1693 da Pietro Paolo e da Maria Girolama Ricci, nipote di Pompeo senior, giurista ed erudito, che aveva dato alle stampe a Macerata nel 1661 la Reggia Picena overo de’ Presidi della Marca. Si laureò il 25 giugno 1711 all’Università di Macerata in giurisprudenza ed in seguito in filosofia e teologia, passò a Roma alla scuola del Gravina ovvero l’ Accademia detta dell’Arcadia, fondata a Roma nel 1690 da Gian Vincenzo Gravina e da Giovanni Mario Crescimbeni
Conobbe il giovane Metastasio. Nel 1726, passò alle dipendenze del card. F. Barberini, inizialmente come aiutante di studio ed in seguito come uditore. Bibliotecario del Cardinal Barberini ebbe modo di conoscere e di farsi apprezzare fra gli altri dal Maffei, dal Querini, da Annibale Olivieri degli Abati. Nel 1740, allorché si rese vacante la sede vescovile di Osimo e Cingoli a seguito della rinuncia del card. G. Lanfredini, papa Benedetto XIV, chiamò il C. alla successione. Dopo i reiterati rifiuti ad avere le diocesi di Urbino, Macerata e Camerino, nel 1738 accettò l’incarico. Nel settembre dello stesso anno gli furono conferiti gli ordini sacerdotali, il 2 ottobre fu consacrato vescovo e il 7 novembre fece l’ingresso in diocesi
A partire dal 1749, lavorò alle relazioni dalle quali in seguito derivò la sua opera maggiore, un fondamentale studio storico ovvero le Memorie istorico-critiche della Chiesa e dei vescovi di Osimo (I-V, Roma 1782-83), pubblicata postuma da F. Vecchietti, che vi antepose una Prefazione e una Dissertazione preliminare. Molto illuminato, fu amico di Mario Compagnoni Marefoschi filogiansenista e del Muratori che lo definì “il prelato più dotto d’Italia, l’esempio dei Vescovi”.
“Ritratto di Mons. Pompeo Compagnoni Vescovo di Osimo e di Cingoli, figlio di Pietro Paolo e di Maria Girolama Ricci in età di 79 anni ritratto da Carlo Magini di Fano nell‘ottobre del 1765”
Fu zelante Pastore, attento alle necessità sociali con la promozione di una mensa con cibi caldi e l’apertura dell’ Orfanotrofio di Osimo. Fece affrescare l’abside della Cattedrale dal Lazzarini di Pesaro e appose sopra gli archi della navata centrale i ritratti dei Vescovi di Osimo, incorniciati da medaglioni in marmo giallo di Verona. Nel 1766 appose una lapide che ricorda il dono di una bandiera sottratta in una battaglia navale al pirata turco Amurate nel 1723 dall’osimano Francesco Guarnieri.
Morì in Osimo il 25 luglio 1774. Fu sepolto nella cripta del duomo, dove, a qualche anno di distanza, gli eredi fecero erigere un monumento marmoreo, su disegno di A. Vici
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